Unione Sovietica

Le monete sovietiche (rublo e copechi) circolarono dal 1917 al 1991 e furono l'unica valuta in 15 paesi: Russia, Ucraina, Georgia, Bielorussia, Uzbekistan, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Turkmenistan, Tagikistan, Lettonia, Lituania ed Estonia. Dopo la disgregazione dell'URSS, il rublo sovietico fu utilizzato negli stati post-sovietici (zona del rublo) fino al 1993 in questi paesi: Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Moldavia, Armenia e Georgia.

Le monete commemorative dell'URSS furono coniate nell'URSS tra il 1965 e il 1991. Quasi tutte le monete furono coniate utilizzando la tecnologia di coniazione di prova.

I simboli famosi sulle monete comuniste sono la falce e il martello. Le monete furono coniate a Mosca e Leningrado. Nel 1961 un rublo ( 1 SUR) valeva 0,987412 grammi d'oro, ma questo scambio con l'oro non fu mai disponibile al grande pubblico.

Negli anni '80 il salario medio di un lavoratore era inferiore a 100 rubli al mese. La classe inferiore ne riceveva 60 al mese. Un addetto alle pulizie ne riceveva 70, un fabbro 80 e un bravo muratore poteva guadagnare 150 rubli lavorando senza ferie.

Non c'era nessun posto dove spendere i soldi nei negozi locali. Senza il capitalismo i negozi erano vuoti, la scelta di beni era scarsa. Le aziende private non esistevano e la speculazione era punita con la prigione. A volte nei negozi locali erano disponibili beni in deficit, come vestiti realizzati in altri paesi comunisti come la Jugoslavia, la Cecoslovacchia o la Germania dell'Est.

L'auto "Zhiguli" costava circa 5000 rubli e doveva aspettare in coda per decenni. Le persone pagavano 3000 - 7500 rubli per qualsiasi auto usata per ottenerla più velocemente. Le persone fortunate potevano vendere un'auto nuova 3 volte di più, ad esempio per 15000 rubli. Se si desideravano acquistare jeans Wrangler nel 1986, costavano 180 - 200 rubli. Le radio giapponesi costavano 2000 - 4000 rubli. Era estremamente costoso ottenere beni importati con salari bassi.

I cittadini sovietici non potevano legalmente possedere valuta estera. Se ricevevano legalmente un pagamento in valuta estera, erano costretti a convertirlo in assegni Vneshposyltorg. Ad esempio, i marinai li vendevano per strada a 10-25 rubli. Questi assegni potevano essere spesi in un negozio di Beryozka dove si importavano beni come radio, jeans, scarpe e altri prodotti di buona qualità, tra cui bevande e cibo importati.

Nel 1988 il rublo perse potere d'acquisto fino al crollo dell'Unione Sovietica. La riforma di Pavlov fu l'ultima riforma monetaria che eliminò dalla circolazione le banconote da 50 e 100 rubli e le persone poterono cambiare queste banconote con una nuova valuta per 3 giorni. Molti non ce la fecero a causa delle restrizioni, quindi le usarono come carta da parati per le pareti del bagno all'aperto.